Perché confondere relazione e comunicazione non crea un ponte con gli altri.

 

 

Oggi ricevo un messaggio da Stefano, un nostro studente.
La sua comunicazione (parola non usata a caso!) mi ha fatto molto pensare!

Stefano scrive:

“Ho scoperto che confondevo la comunicazione, soprattutto quella verbale, con la relazione. La relazione esiste su un piano tutto suo. Sto un po’ barcollando (fisicamente😆) La relazione mi ha permesso di essere la persona che avevo di fronte e sentire quello che provava direttamente. “

 

Al di là della nota personale (questa è solo una parte del messaggio), ho pensato potesse essere utile fare un bel distinguo tra questi due elementi IMPORTANTISSIMI per la tua vita!

 

Relazione e comunicazione.

Già perché la scoperta di Stefano, non è la scoperta dell’acqua calda (anche se potrebbe sembrare tale per qualcuno).

In realtà la sua presa di coscienza indica uno scalino di consapevolezza davvero importante per la sua vita e per il futuro suo e delle persone che da oggi in poi entreranno in relazione (appunto) con lui!

Avere piena chiarezza di ognuna di queste parti, del loro rapporto e delle implicazioni che hanno, può risolvere davvero un sacco di problemi.

Non dico che ti salverà la vita…ma in un certo modo, anche sì!

 

Partiamo con due brevi descrizioni dei due termini.
Se facciamo una ricerca su Google o su un dizionario (si, ne esistono ancora delle copie!), probabilmente incontriamo definizioni generali come queste:

Relazione:

In termini generali, è sinonimo di rapporto.
Ogni forma di legame esistente tra due o più persone.
In psicologia, antropologia e sociologia, rapporto che intercorre tra due o più individui


Comunicazione:

Per comunicazione (dal latino cum = con, e munire = legare, costruire e dal latino communico = mettere in comune, far partecipe) si intende il processo e le modalità di trasmissione di un’informazione da una persona a un’altra (o da un luogo a un altro), attraverso lo scambio di un messaggio elaborato secondo le regole di un determinato codice.

 

Ok, cosa ci dicono queste due definizioni?

Innanzitutto che la relazione e la comunicazione sono due cose distinte, hanno finalità diverse e si svolgono su piani distinti.

Poi ci danno un indicatore prezioso:
La relazione è il campo che si forma quando due o più parti entrano in contatto.
La comunicazione è uno scambio che avviene DOPO aver instaurato il contatto.

Per capirci, se vogliamo giocare a bowling, abbiamo bisogno di due elementi essenziali:

  • Un terreno di gioco
  • l’azione che da il senso al gioco (lancio la palla verso i birilli)

Lanciare una palla verso i birilli non è possibile se non esiste un terreno di gioco su cui far scivolare la palla!

Giusto?
Giusto.

Ecco, la stessa cosa funziona quando lo scopo del gioco è trasferire qualcosa attraverso un codice condiviso a qualcun altro.
Se vuoi parlare con la persona che hai accanto, è indispensabile che abbiate una relazione.

In pratica, serve che in qualche modo vi “tocchiate”, siate collegati.

 

Il ruolo dell’attenzione

 

Il canale principale attraverso cui possiamo creare relazione, sul piano umano, è la nostra attenzione.
Quando diamo attenzione a una persona, apriamo un canale che, se corrisposto, ci permette di stabilire un contatto.
Ancora non abbiamo comunicato qualcosa di tangibile. Ma siamo in contatto.

 

TI faccio notare che ho specificato “se corrisposto”. Infatti una relazione presuppone che tutte le parti in causa siano presenti, attive nel creare un ponte.

Un esempio per capire meglio.

Ti capita mai di parlare con una persona e renderti conto, a un certo punto, che quella persona “non c’é”?
Tu hai fatto tutto bene, dato attenzione, cercato di comunicare bene, in modo chiaro.
Eppure alla fine tutto è stato vano.

Se dall’altra parte non “c’è qualcuno”, non si crea relazione. Se non si crea relazione, la comunicazione non può andare a buon fine.

Hai presente i walkie talkie, quelle radioline che servono per comunicare a distanza?
Bene, se tu ne prendi una, la accendi, pigi il tasto di trasmissione e comunichi “butta la pasta che arrivo”, hai fatto tutto bene, giusto?

Beh, diciamo quasi!

Manca ancora una parte.
E qui di solito cadiamo uno dopo l’altro.

 

Se vuoi creare relazione, sei responsabile di assicurarti di avere anche l’attenzione dell’altro.

Un amico mi raccontava, che quando addestri un cane, gli istruttori ti dicono di accertarti che ti stia dando attenzione PRIMA di dargli le istruzioni, altrimenti vanno a vuoto.
Quindi, prima catturi l’attenzione del cane e poi lo addestri.

Bene, noi non vogliamo addestrare nessuno ma il principio è lo stesso.

Tornando all’esempio dei walkie talkie, se la persona dall’altra parte non accende la sua radiolina o azzera il volume o non ascolta quello che dici, la tua comunicazione si perde nell’etere.

Bye bye pasta!

Stessa cosa se l’altro è attento e presente mentre tu ti perdi nei meandri dei tuoi pensieri, pensi ad altro, ti distrai o proprio non vuoi aprire le porte alla relazione!

Per creare relazione (e quindi, successivamente, comunicare) è necessario che ci sia un “emittente” e un “ricevitore”.
E che entrambi siano sintonizzati sullo stesso canale e reciprocamente attenti!

Così come per attraversare un crepaccio su una corda, ci devono essere due punti (uno per ogni lato)  a cui appendere la fune!

Quindi, oltre a accertarti di mettere tutto te stesso nel creare il ponte, assicurati anche di avere l’attenzione dell’altro.
E’ utile per te ma è anche un forte gesto di amore nei confronti dell’altro!

 

Stabilità e movimento: un equilibrio perfetto

 

La relazione non è componente attiva, è il tessuto che si crea quando due individui scelgono di incontrarsi e appoggiare reciprocamente l’attenzione uno sull’altro.

E’ un risultato.

Si ottiene dalla combinazione di scelta, attenzione, energia e tempo investiti nel creare un legame, anche solo temporaneo con un’altra (o moltre altre) persona.

Un po’ come dire che il pavimento è in realtà una “entità” che esiste se la combinazione di cemento, mattoni, colla, parquet è stata ben combinata e posizionata.
Il pavimento non esiste come materia base ma come prodotto di un insieme di elementi.

Un mattone, della calce, cemento, piastrelle ecc.., sono elementi di base per costruire qualcosa. Esistono come materie base. Ma se non sono miscelate correttamente, non producono il pavimento.

In base al tipo di elementi, ai materiali e alla maestria delle persone, si ottiene un pavimento di un tipo piuttosto che un altro. Idem vale per la qualità.

Allo stesso modo anche la relazione dipende da come gli ingredienti e le azioni necessarie vengono messi in campo.

Si possono creare diversi tipi di relazione e ognuna può avere diversa qualità, profondità, forza.

Se la scelta è debole, il legame si romperà facilmente alla prima difficoltà.

Se l’attenzione e/o energia non sono stabili, ci sarà un ponte debole.
Se poi facciamo tutto bene ma per un tempo insufficiente, tutto potrebbe interrompersi prima della fine della comunicazione.

Trovare un giusto equilibrio tra le varie componenti ci permette di dare alla relazione più o meno possibilità di essere stabile.

Ovviamente, come dicevamo, al netto che ci sia un’altro individuo che si colleghi a noi.

Anche la comunicazione, se vogliamo, è un prodotto. Anche la comunicazione si crea miscelando più elementi.
La differenza sostanziale è che la relazione è un elemento statico mentre la comunicazione è un elemento dinamico.

Ok, mi spiego meglio!

La relazione, abbiamo detto, costituisce la base, il pavimento, il campo che si forma quando due persone (o più), si toccano a livello di attenzione (ok, non solo di attenzione ma al momento teniamo per buono questo punto di partenza).
Quando la relazione esiste e viene mantenuta, è fissa.

Non si muove, non ha una direzione. E’ un terreno stabile.

La comunicazione, invece, ha proprio questa caratteristica: è attiva, dinamica.

La comunicazione non è ferma, è in movimento.

Se voglio comunicare qualcosa, devo passare le mie idee, i miei concetti, le mie comprensioni, le mie paure all’altra persona. Come se volessi prendere qualcosa di mio e farlo rotolare verso la persona che mi sta di fronte.

Riesci a vederla questa cosa?

Proviamo con un esempio.

Immagina una palla con scritto “ho voglia di raccontarti una cosa bella che mi è successa oggi”.
Per far leggere questo messaggio all’altra persona, ho bisogno che la palla rotoli fino ai suoi piedi e la possa afferrare.

Se il terreno è solido, liscio e ben dritto, mi basta spingere la palla con la minima forza necessaria e il gioco è fatto!

Questo avviene se la relazione tra le due persone è ben instaurata, solida, pulita.

Ma se manca intensità nell’attenzione, siamo distratti oppure ci portiamo addosso vecchie esperienze quindi non siamo ben aperti, è come se il terreno fosse scosceso, pieno di buche o addirittura inagibile.

Lanci la palla, fa due metri e si ferma.

Oppure prende una velocità esagerata e scorre oltre la possibilità dell’altro di leggere il messaggio!

Insomma, non proprio il massimo!

Se ti è mai capitato di trovarti improvvisamente a transitare con la macchina su un tratto di strada dissestato dai lavori in corsi a velocità sostenuta, puoi capire che tipo di effetto può fare!

 

Il segreto per creare più relazione!

 

Ora però fermati un momento!

E’ molto probabile che in questo momento la tua attenzione stia ritornando su questo pensiero: “però spesso gli altri non tengono l’attenzione sufficientemente o con la giusta intensità…”.

Si, è vero.
Però, se guardiamo sempre all’altro e aspettiamo che le condizioni siano perfette, non arriveremo mai da nessuna parte.

E, come detto in un precedente articolo, ciò che vuoi veramente è la relazione.
Quindi una direzione verso cui muoversi, c’è!

Ecco quindi un piccolo segreto per creare la relazione.
Vuoi creare un ponte di relazione più solido e stabile?
Bene, primo punto: dai più attenzione.

Togliti dalla mente quello che credi, pensi, vorresti che facesse l’altro!
Dimenticati di come ti hanno detto che dovrebbero andare le cose.

 

Dai più attenzione.

E appena senti che l’attenzione scappa…senza tanti fronzoli riportala verso la relazione che vuoi creare. Senza giudicarti o colpevolizzarti.

Cerca di preparare il tuo lato del ponte nel migliore dei modi!

E’ l’unica vera cosa che puoi fare.

Nella maggior parte dei casi, se dall’altra parte c’è una potenziale relazione valida, si alzeranno le probabilità che vi incontriate e stabiliate il contatto.

E se non funziona? Nessun problema, hai fatto pratica e hai imparato sicuramente qualcosa in più!

Ecco, ora, una volta stabilita una relazione, puoi iniziare a comunicare.

E solo ora, se comunichi correttamente, ci possono essere i presupposti per potersi comprendere.

Non vuol dire che tutto è risolto. Ma sicuramente si parte da un buon 50% ben fatto!

A questo punto, sceglierai tu come comunicare e cosa.

E lo potrai fare in molti modi: verbalmente (il canale più comune), fisicamente, o solo attraverso l’intenzione (mai capitato di capirsi con uno sguardo? Può capitare solo quando la relazione è in atto e si comunica su un piano impalpabile).

Più comunicherai chiaramente, più la comprensione sarà alta e più la relazione si consoliderà.

Si, hai capito bene!

Comunicando la relazione si consolida!

Lo ripeto. Comunicando la relazione si consolida!

Se non è chiaro, lo ribadisco: comunicando la relazione si consolida!

 

Più verità reciproca ci scambiamo, più rendiamo solidi e forti i pilastri del ponte che ci congiunge.

 

Più verità di te conosco, più ho la possibilità di comprenderti, conoscerti, accoglierti e più sarò disponibile a creare relazione.
E quindi potrò darti più verità di me.

Alla fine tutto diventa un grande loop in cui la relazione apre la porta alla comunicazione. La comunicazione, creando comprensione, da nuovi elementi per poter creare relazione. Che quindi si consoliderà creando un ponte più ampio e solido su cui si potrà comunicare con maggiore profondità e verità.

Un grande, immenso, enorme turbine di relazione e comunicazione.

Ti rendi conto di quanto questo può avvicinarci alle altre persone?

A questo punto siamo quasi pronti per ottenere il meglio dall’incontro con gli altri.

Cosa manca?

Essenzialmente due cose.

 

  1. Ci vuole una scelta. Sei pronta/o a scegliere di creare più relazione e più comunicazione? Significa molte cose. Abbandonare vecchi schemi e vecchie forme di pensiero. Mettere in crisi i modelli che hai acquisito. Affrontare una parte di ignoto che è il confronto con ciò che ancora non conosci completamente.
    Questo primo elemento è molto personale: tu sai cosa sei disposto a mettere in campo per raggiungere il meglio per la tua vita (e per quella delle persone che ti circondano o che saranno parte della tua vita in futuro).
  2. Ci vogliono gli strumenti giusti!
    Avere in mano indicazioni corrette e sostegno di persone che hanno già affrontato questi passaggi è un forte stimolo a migliorare ma anche un utile sostegno per evitare di incappare in alcuni errori fondamentali (errori ne facciamo tutti, fa parte del processo di crescita…ma alcuni è proprio meglio evitarli!).

 

Il primo punto si affronta in due modi: uno come detto è avere una buona motivazione. L’altro è avendo delle relazioni di sostegno che tifano per il tuo successo.

Il secondo richiede elementi tecnici e uno più mentori che ti possano sostenere correttamente con indicazioni precise e affidabili.

La notizia buona è che la conquista di una maestria della relazione e della comunicazione è possibile!

 

Ora la palla passa a te.

Ti auguro relazioni piene e soddisfacenti che diano alla tua vita un senso fondamentale: la possibilità di vederti pienamente riflesso e realizzato!

 


 

DI relazione e comunicazione ne parliamo anche nel nostro percorso sui 7 pilastri della crescita!
> Guarda il video-corso introduttivo gratuito <

 


 

 

 

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