Il momento più brutto della tua vita e le piccole grandi cose che ti fanno brillare gli occhi

 

Ti ricordi quale è stato (o è) il momento più brutto della tua vita? 

Ricordo benissimo il mio.

Non è stata l’esperienza più difficile o l’evento più triste.

Non è la difficoltà del momento su un piano oggettivo che lo ha reso tale.

Il momento più brutto lo ricordo per quella terribile sensazione avvolgente.

Quella sensazione di non avere un futuro.

Sembrava che dopo quel momento, non ci sarebbe stato più niente.
Sembrava che nulla avrebbe potuto spazzare via quella sensazione allo stomaco.

E’ stato il giorno in cui ho realizzato che la vita che stavo facendo era lentamente ma inesorabilmente scivolata lontano da ciò che avevo sognato.

Lo vidi chiaramente: tanti fallimenti, tante paure, tante delusioni mi avevano portato a nascondermi, ritirarmi e infine accontentarmi.

Si, accontentarmi era proprio il punto finale di quella lenta e progressiva decadenza.

Accontentarmi era semplicemente l’ultimo passaggio. Era il mio modo di raccontarmi che in fondo non era importante combattere per ciò che ritenevo importante.

Che dopo tutto i valori in cui credevo potevano anche essere nascosti o negati.

Che il tipo di relazione, di comprensione che sentivo di desiderare non erano possibili.

Che la realizzazione a cui aspiravo era fuori portata.

E quindi “scelsi” di accontentarmi.

E mi accontentai così a lungo, raccontandomela così bene, che per un po di tempo sembrava quasi fosse reale.

Attenzione, non sto parlando di accettazione.

Non si tratta di quella profonda e indispensabile capacità umana di stare di fronte agli eventi ostili o alle cose ineluttabili sapendo prendere atto della realtà per come si mostra in un preciso momento.

Parlo dell’accontentarsi inteso come “scendere le braccia”, cedere le armi anche quando si potrebbe ancora avere tanto da dare (e sarebbe giusto e utile farlo).

 

IL LATO OSCURO DELLA PROMESSA DI NON SOFFRIRE

 

Ma torniamo a noi.

Sai cosa ho scoperto, negli anni?
Che quasi tutte le persone lo fanno.

Non è un fatto culturale, religioso o di ruolo sociale.

Tutti, nel nostro piccolo, se feriti, ignorati, incompresi per un numero “x” di volte nella nostra vita, rischiamo di cadere in questo tranello.

Sfatiamo anche un mito.

Non ci cadono solo le persone “deboli” (qualunque cosa si intenda con debole).
Non c’è niente di debole nel cercare di salvaguardarsi.

Solo che, a lungo andare, la promessa di non soffrire più mostra il suo vero volto: una grande immensa bugia.

Se all’apparenza sembra di vivere in un mare tutto sommato tranquillo, in realtà ci si avvicina a un lento ritiro.
Non necessariamente dalla vita.

No!


Ci si ritira da quelle piccole grandi cose che ci fanno brillare gli occhi!

Ci creiamo dei surrogati sperando che colmino il vuoto.

Ma il vuoto non è colmabile. Semplicemente perché quel vuoto non dovrebbe esistere!

Una vita veramente piena non contempla il vuoto.
Contempla le difficoltà, il dolore, ma non contempla il vuoto (parlo del vuoto-disagio).

E soprattutto contempla un intero sistema di coinvolgimento con la vita (e con le proprie scelte) che dà al nostro vivere un sapore unico, vero. Il sapore di “casa”.

Una pienezza di vivere che sta al di sopra dei dubbi e che indirizza la tua vita.

Quando lasciamo che il vuoto ci guidi, inizia la nostra inesorabile separazione dalla vita che meritiamo.

Accontentarsi è uno dei sintomi più evidenti.

Ma ce ne sono altri, ognuno con le sue caratteristiche specifiche.

C’è la chiusura. Quel sistema di difesa che si rivolge verso gli altri e/o se stessi per evitare di essere esposti, feriti, delusi o per paura di essere noi a ledere gli altri.

Potremmo poi sentirci giustificati a colpevolizzare e criticare gli altri, a vedere tutte le origini dei nostri disagi fuori da noi (è colpa del tempo, dello stato, delle scie chimiche…)

A un certo punto ci troveremo a pensare che la felicità non può esistere o che sia un sogno fuori dalla nostra portata.

Ogni passaggio significa un punto di distacco in più dalla possibilità di realizzare la tua vita.

Di solito si possono quindi attivare tre scenari.

  • Ci togliamo dalla vita (ci mettiamo in difensiva sperando che non essere esposti significa non soffrire).
  • Cerchiamo di sanarci solo interiormente (ricerca spirituale come unico mezzo di elevazione ma che rischia di allontanarci dalla vita quotidiana).
  • Cerchiamo di sanarci con l’azione (fare fare fare, dimenticandosi di sè, degli altri e quindi rimanendo con una sensazione sterile e inconcludente anche con grandi risultati).

 

 


  CONSIGLI DI LETTURA:
>> Dal dolore alla felicità. La scelta di trasformare le ferite <<
Un libro entusiasmante, profondo e meditativo di Carla Greco


 

IL RUOLO DELLA CRESCITA

 

Ogni persona sceglie tendenzialmente uno dei tre scenari che abbiamo descritto poco fa in modo personale.

C’è chi si ritira dalla vita ponendo fine ai giochi subito.
C’è poi chi cerca altre strade.

Per tentare di uscire dal dolore e dalla mancanza, molte persone si avvicinano alla crescita (personale, spirituale, professionale).

C’è chi cerca risposte nella grandi profondità interiori, chi cerca il modo di essere più efficace e produttivo, chi studia come ottenere dagli altri ciò che sente manchi a lui stesso.

Moltissimi di noi si concentrano su qualcosa di specifico dentro o fuori da sé.

Ma la crescita vera si fa solo uscendo da questi scenari e attivando azioni concrete che realizzano l’interiorità.

SOLO interiore non basta.
Azioni tecnicamente corrette e precise ma povere sul piano umano nemmeno.

Uno dei rischi davvero grandi è quello di perdersi nelle teorie, nelle linee guida e creare delle mete (interiori o concrete) idealizzate.
Ci si affida ai massimi sistemi.

Ma davvero questo cambierà la nostra vita?

Dipende.

Pensare in grande, avere obiettivi a lungo termine e avere tanta conoscenza sono sicuramente elementi utili! Senza di essi ad un certo punto il rischio è di arenarsi.

Ma c’è un elemento senza il quale questi elementi non possono portarci alle alte vette che ci promettono:

SERVE CAMBIARE LE PICCOLE COSE DI OGNI GIORNO OLTRE A CAPIRE I MASSIMI SISTEMI.

 

Già, perché la vita che viviamo è un complesso sistema di piccoli passi accostati, abitudini giornaliere, piccoli stralci di quotidiano che si intrecciano e creano un sistema complesso: la vita di tutti i giorni.

In molti casi quella sensazione di frustrazione, di mancanza, di vuoto che sentiamo è sostenuta da piccoli attimi di distratta abitudine.

Sembrano insignificanti e proprio lì sta il trucco.
Siccome sono “piccole cose”, non ci diamo peso.

E loro ci fregano!

Il desiderio di migliorare si trasforma in miglioramento tramite quel piccolo passo quotidiano che cambi.
E da quel piccolo passo ne potrai fare uno più grande!

Allora potrai creare il cammino corretto per realizzare gli obiettivi finali applicando i massimi sistemi della tua conoscenza, attingendo alla tua umanità e al tuo desiderio di realizzare la vita che meriti!

Questo è uno dei passaggi che più facilmente rallenta chi vuole migliorare la sua vita!

Ritornare a credere nei propri sogni richiede un impegno quotidiano fatto di piccole cose.

Il desiderio che senti ardere dentro te lo trasformi in azioni e direzioni per il tuo futuro.

 

LE PICCOLE COSE, IL VUOTO E IL MOMENTO PRESENTE

 

Cosa c’entra questo punto finale con l’incipit dell’articolo?

Molto semplice!

Un effetto ‘collaterale’ di questa attenzione alle piccole cose quotidiane è quello di portarti a essere coinvolto con ciò che fai e con chi sei.

Per esattezza lega ciò che senti di essere con ciò che fai fino a darti un forte senso di vivere completamente ogni istante della tua vita. E di muoverti esattamente verso ciò che è sano e giusto per te.

Questo spegne il senso di “vuoto” di cui abbiamo parlato.

Anche le difficoltà che incontri saranno tutte di un’altra pasta.

Ma soprattutto manterrai la sensazione di essere al posto giusto nel momento giusto anche quando tutto intorno a te ti suggerirebbe il contrario.

Ora direi che è arrivato il tempo.

Per cosa?

Per ritrovare i sogni che hai abbandonato.

E camminare con passo lento e sicuro verso di te.

 

Quale è il piccolo passo che puoi già modificare per avvicinarti al tuo nuovo mondo?

 

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