Di alberi e di realtà

albero

 

La realtà percepita, la realtà soggettiva, cambiano momento per momento, in continuazione.

Volerle imbrigliare in schemi di interpretazione o in aspettative assolute rappresenta una grande involuzione: il vivere parziale, condizionato.

Se affrontiamo gli eventi della vita cercando (spesso forzando) di farli rientrare in come noi abbiamo deciso che le cose debbano essere, otteniamo l’effetto contrario a ciò che vorremmo: manchiamo la bellezza del vivere pienamente, dell’essere presenti in questo luogo e in questo momento.

Le grandi opportunità della vita scivolano dietro la schiena mentre siamo impegnati a trattenere con forza le nostre idee, le nostre ipotesi, le nostre certezze.

Il bello della vita è che esiste, non è prevedibile e contiene già tutto ciò che può servire per esprimere il nostro potenziale.
Essendo imprevedibile, la capacità di rimanere aperti e attenti in ogni istante diventa il principio base per cogliere le grandi possibilità che offre.

Pensare che le cose accadano sempre allo stesso modo, con le stesse modalità, con gli stessi tempi assottiglia lo spettro utile: il potere di esprimere le proprie abilità nel modo migliore vanifica.
Si riduce fino ad assomigliare ad un cane che cerca di mordersi la coda; un loop infinito in cui ci forziamo a rincorrere sempre le stesse situazioni.

La difficoltà sta nel fatto che, per la nostra griglia di interpretazione delle cose, ciò che è noto è rassicurante e sembra sia la cosa migliore per noi.
Ci da un senso di protezione che copre quella mancanza di pienezza che si genera dal contenere la nostra possibilità di essere completamente autori della nostra vita.

In poche parole rischiamo di vivere una vita in difesa anziché una vita protesa alla costruzione di una realtà che rispecchi chi siamo.

 

Che differenza c’è tra una vita in difesa e una vita in costruzione?

 

Immaginiamo (estremizzando) che una persona sia convinta che il riso scondito sia l’unico alimento che fa per lui.

Mangiare questo alimento gli fa provare un senso di sicurezza perché nella sua interpretazione è il simbolo della sua sopravvivenza.
Rifiuterà qualsiasi altro cibo, si chiuderà alla possibilità di sperimentare altro.

Probabilmente si sentirà minacciato da chi gli proporrà pietanze diverse, si chiuderà a queste relazioni perché minacciano la sua stabilità.

Potrebbe sottrarsi a situazioni sociali (cene, pranzi di matrimonio ecc…) per evitare di confrontarsi con realtà che vanno in direzione contraria.

Se cercherà una compagna restringerà il cerchio della scelta a persone disposte a preparare e consumare solo riso scondito e probabilmente cercherà di crescere i figli imponendogli la stessa alimentazione.

Quante opportunità perderà questa persona?

Nel tentativo di proteggere una sua convinzione restringe la possibilità di accogliere la vita e i suoi doni.
Si sentirà sempre mancante di qualcosa anche se non capirà esattamente quale sia l’elemento carente…questo elemento è lui stesso!

(nota: questo è un esempio estremo. Ci sono scelte di vita che una persona affronta con consapevolezza che non chiudono la sua potenzialità di espressione. La chiusura di cui parlo è legata a convinzioni mentali non consapevoli).

Va da se che una persona aperta a cogliere le opportunità e consapevole delle proprie abilità (e di sé) possa interagire con ogni evento in modo nuovo e consapevole: cogliere la bellezza di ogni momento e scegliere liberamente che tipo di interazione sviluppare.

 

Un nuovo assetto di vita!

 

La vita cambia assetto: da sentire di subirla a essere pienamente padroni della propria direzione!

Una nuova esperienza è un potenziale di crescita sia essa negativa, difficile da sostenere, sia quando si presenta come un regalo e con leggerezza.

La differenza la fa come noi ci poniamo di fronte al momento presente o meglio, a quanto noi siamo nel momento presente.

Guardare con occhi nuovi anche ciò che sembra consolidato e stantio è una chiave importantissima per il successo di ognuno; qualsiasi sia il nostro fine, qualsiasi siano la nostra realtà e il nostro stile di vita, in ogni ambito (famiglia, relazioni, lavoro, crescita…) e in ogni istante.

Lasciare andare le convinzioni è il modo migliore per confermare quello che veramente ci rappresenta e lasciare andare quello che è superfluo aprendo lo spazio a nuove scoperte sempre più vicine a noi.

Inoltre, poiché la realtà cambia continuamente, ci concediamo la possibilità di allinearci ai cambiamenti continui: la verità di noi non cambia ma possiamo allinearla a come ciò che ci circonda si pone in ogni istante (vedi articolo TANGRAM)

 

Sii come un albero!

Un albero ha solide radici, un tronco fiero e stabile che sostiene rami che si piegano e danzano con il vento, la pioggia, interagiscono con gli uccelli che vi si posano.

Da qui nascono foglie, fiori e frutti che maturano e vengono lasciati andare per lasciare posto a nuove foglie, nuovi fiori e nuovi frutti e così via.

L’albero è sempre lo stesso ma i suoi “prodotti” sono in continuo rinnovamento in relazione alle condizioni con cui l’albero stesso interagisce.

Buona vita cari alberi!


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2 commenti su “Di alberi e di realtà”

  1. Caro Davide, che dire? Tutto ciò che hai scritto è stupendo. Proprio nel corso degli ultimi tre giorni mi ero soffermata a riflettere sull’importanza di aprirsi costantemente a ciò che avviene nella vita, senza trincerarsi dietro credenze e corazze di varia natura, senza dire “voglio che questa cosa vada proprio così”. Quando lo fai constati davvero un cambiamento sostanziale perché la vita, lungi dal deluderti o dal ferirti, supera tutte le tue più rosee aspettative! Sembra un dono, una sorpresa che si rinnova ogni giorno. Non trovi il regalo che avevi chiesto ai piedi del letto…ne trovi uno inatteso e dieci volte più bello. Naturalmente a volte ci sono anche sorprese meno gradevoli…ferite, delusioni, giudizi, cadute. Però aprirsi a vivere anche quelle pienamente fa la differenza! Se le accogli come parte della vita ti è possibile superarle e andare di nuovo incontro a cose belle. Grazie per aver messo nero su bianco tutto questo.

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