La percezione dei risultati e gli ultimi 3 giorni per imparare a cambiarla in meglio

 

Quali risultati ottieni da una qualsiasi azione?

La domanda è talmente generica che non è possibile una risposta. Forse.

In realtà, ogni azione produce due tipi di risultati:

  • Uno oggettivo
  • Uno soggettivo

 

Il risultato oggettivo è quello che ottieni dalle azioni che hai fatto.

Può essere qualsiasi cosa, anche un fallimento. Anche niente. Non stiamo parlando che ti debba piacere, ok? Magari fa schifo. Ai fini di questo articolo non importa.

Tu fai un’azione e hai un risultato. Questo è oggettivo.

 

Poi c’è quello che tu interpreti da questo risultato. La tua idea su questo risultato, come lo percepisci. Cosa impari, come scegli di agire in futuro, che posizione prendi.

Anche qui, c’è sempre un risultato soggettivo.

Si va dall’estremo inferiore “non imparo nulla e sto peggio di prima” alla mediana  “nessun risultato” a quello superiore “imparo dal risultato e scelgo di migliorarmi”.

Il risultato soggettivo “nessun risultato” è, mi spiace dirlo, la media di gran parte delle persone.

Significa che quel risultato non mi ha cambiato. E’ arrivato, ha avuto i suoi effetti, ma io resto quello di prima. Non ho appreso niente. Alla lunga, non apprendere nulla significa apprendere meno, perché la vita richiede sempre un’evoluzione.

Perciò, non apprendere significa stagnare. E stagnare, prima o poi, significa perdere terreno e andare indietro.

 

Il risultato inferiore è simile, solo si si va indietro molto più in fretta.

Di solito accade quando persone tendenzialmente volte a “nessun risultato” ottengono un risultato oggettivo doloroso o difficile. In quel caso, non hanno gli strumenti per starci di fronte e si ritirano, tornando indietro.

 

Il risultato soggettivo positivo è quello per cui imparo dal risultato oggettivo, qualsiasi esso sia, e lo uso come trampolino di lancio per raggiungere altri obiettivi o migliorare il prossimo.

 

Come avviene questa cosa?

Per alcuni è una conquista relativamente facile.

Molte persone vedono la vita e senza troppi problemi colgono gli spunti per il loro miglioramento.
Forse ritengono che la vita sia sempre positiva con loro e che dispensi i risultati per un motivo evolutivo.
Forse sono solo più attenti di altri. Ti invito ad approfondire come, usando scelta e attenzione, puoi apprendere utili lezioni dalla vita.

 

E per tutti gli altri? Per quelli che naturalmente tendono alla mediana?

La soluzione è semplice. Si sceglie e poi si impara.

Prima però si sceglie. Non sia mai che facciamo qualcosa senza sceglierlo!

 

Perciò la domanda è: vuoi utilizzare in modo positivo il tuo risultato soggettivo, cioè vedere il risultato oggettivo in modo funzionale per coglierne le potenzialità migliorative?

 

A volte si tratta proprio di cambiare paradigma.

Ci sono persone a cui viene naturale.

Ci sono persone a cui viene “naturale” dopo molti calci in culo dalla vita.

E poi ci sono persone a cui non viene naturale o non abbastanza, nonostante in calci in culo. Indovina a quale gruppo appartenevo?

 

La buona notizia è che si può apprendere. Si può imparare a vedere un risultato in modo funzionale.

In modo funzionale significa nella sua interezza.
Solo se vedo un risultato nella sua interezza è possibile dare il giusto valore al positivo e al negativo.

E può farlo chiunque. Anche uno, per abitudini e apprendimento ricevuto, negato come il sottoscritto.

Attenzione, perché qui c’è un punto cruciale: la stragrande maggioranza di coloro che si ritengono realisti, quando osservano un loro risultato in maniera “oggettiva” (almeno a detta loro), senza rendersene conto spesso danno più attenzione del necessario al negativo.

Si, questa cosa l’ho fatta bene, ma ieri l’avevo fatta meglio.

Questo risultato è stato interessante, ma mi aspettavo di più. 

Scommetto che qualche volta ci sei caduto anche tu. E magari più di qualche volta.

Tuttavia si può invertire la tendenza.
Che non vuol dire vedere tutto rose e fiori, proprio per niente.

Significa dare il giusto valore a un risultato e vederne in maniera obiettiva positivo e negativo.

E da lì partire per costruire qualcosa di reale e su basi solide.

Fidati che poche persone sanno davvero valorizzare il positivo, senza scadere o nel negativo (quelli che “non sono pessimista, sono realista”), o nell’esagerazione di un ottimismo senza sostanza, solido come un castello di sabbia a un metro dalla riva del mare (di solito li riconosci perché ondeggiano fra “la vita è bellissima, siamo tutti uno, non posso non amare ognuno di voi” a “il mondo fa schifo e voi anche, vi odio tutti!”).

Se sei iscritto alla nostra newsletter, forse ricordi che tempo fa in un Sunday Trick ti ho parlato degli esercizi per separare positivo e negativo nella visione soggettiva dei tuoi risultati. (i sunday trick, per chi non lo sapesse, sono delle email che mandiamo la domenica ai nostri iscritti, con dei consigli utili per il miglioramento).

 

La buona notizia è che questi concetti faranno parte del pacchetto del corso MIC !

Se ben compresi e applicati, sono strumenti utili a cambiare, un pezzettino alla volta, la qualità della tua vita.

 

Quanto è utile vedere i risultati in modo funzionale, godere del positivo, stare di fronte a situazioni dolorose e andare avanti con coraggio, nonostante a volte non ci siano buoni risultati, anche se non sei naturalmente portato per l’ottimismo, se non sei un tipo zen, se non trovi un senso alle cose, né ti senti Uno con l’universo?

Lo lascio valutare a te.

Buone scelte e buoni risultati!

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2 commenti su “La percezione dei risultati e gli ultimi 3 giorni per imparare a cambiarla in meglio”

  1. Ho letto questo articolo è pure quello sulle lezioni di vita…ho letto meglio la mia situazione attuale. Ho riconosciuto un bisogno di evoluzione, vitale direi( esprimere me stessa) mi sono cercata situazioni in cui poterlo fare o meglio poterlo imparare e mi trovo spaventata. Quel mio bisogno è anche un mio limite(paura di espormi e di esprimere me) e così vago nell’assenza di punti di riferimento. Quando riesco ad accettare questo come inevitabile indeterminatezza da evoluzione ,vivo scomoda ma serena. Quando non riesco ad accogliere il tutto come un progresso verso una meta scelta da me, crolla il palco. Vivo scomoda e spaventata. ” oddio cosa sta succedendo?!!!!!”” Sto andando indietro””dove mi sono cacciata” e l’istinto è tornare indietro… Ma indietro dove? Ormai c’è solo un avanti possibile.È proprio vero la vita in fondo è neutra siamo noi a darle significati diversi. Sono in evoluzione, ci sta l’indeterminato? O che paura non riesco a stare in tutto questo?

    1. Matteo Saltori

      E certo che ci sta. Anzi, adesso è più indeterminato che determinato. Poi passa – forse – ma al momento è così.
      Di certo non è facile, ma è l’unica strada, se si vuole andare avanti.

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